Caro Gesù Bambino...

Posted by : Maurizio Oliveri | sabato 25 dicembre 2010 | Published in

Ciao, Gesù bambino! Ben arrivato! Qualcuno mi aveva già detto tanti anni fa che tu eri nato un 25 dicembre, e che quel giorno veniva normalmente celebrato dai cristiani cattolici come la festività del "Natale". Soltanto ultimamente però, che ho avuto modo di riflettere, di meditare, e di avvicinarmi un po'alla chiesa, ho acquisito una maggiore consapevolezza del mio impegno nei confronti di Dio, di Gesù Cristo, dello Spirito Santo, e della chiesa stessa. Non sono mai stato un grande credente; forse non lo sono nemmeno adesso, ma sento un grande impegno morale, la necessità, il dovere, di rendere grazia a qualcuno/qualcosa per avermi salvato la vita, per avermi dato una nuova possibilità di vivere in salute, con la mia famiglia.

E a Natale, quale miglior momento per riflettere sui doni che si ricevono, e che si sono ricevuti durante tutto l'anno... La domenica, qundo mi reco in chiesa, mi metto la mascherina per contrastare il rischio della mia immunodepressione causata dai farmaci, dico le preghiere sbirciando sul foglietto della Liturgia, mi scambio sorridente il segno della pace con i miei vicini di panca... allora mi rendo conto dell'enormità del dono che mi è stato fatto, e di quanta grazia mi sia stata data. E penso a tante persone, alcune che ho avuto modo di conoscere in giro per ospedali, e chissà quante che non ho mai conosciuto, che sono state meno fortunate di me, o non lo sono state affatto.

Insomma, forse andare in chiesa per me è un modo per ripagare un debito che è impagabile, per sentirsi debitori in minore misura, per cercare di concentrare i ringraziamenti verso una sola direzione, laddove dovrebbero essere fatti a decine, forse centinaia di persone che, direttamente o meno, hanno contribuito a salvarti la vita e a far sì che io oggi lo possa scrivervi queste riflessioni con serenità e in pace.


Medici e infermieri... parenti e amici... conosciuti e sconosciuti... altro che regali di Natale! Voi, in un modo o nell'altro, avete contribuito a salvarmi la vita e io, che non ho la forza, la volontà, lo spirito, la generosità, il tempo... di salutarvi e ringraziarvi uno per uno, in qualche modo lo faccio sedendomi sulla panca della chiesa, a sentire la predica del Sacerdote e i canti dei fedeli, e a meditare su questo fatto. Non mi sento affatto un grande per tutto questo, voglio soltanto che sappiate che, in qualche punto cosciente o incosciente del mio cervello e del mio pensiero, ci siete anche voi... probabilmente ci sei anche TU, che leggi queste righe!

Alla mia famiglia più vicina, moglie, figli, mamma e zii;
Ai miei familiari acquisiti;
Agli amici di vecchia data, ma anche a quelli nuovi -genitori dei compagni dei miei figli, vicini di casa;
A tutte le persone che hanno pregato per me;
A tutti i medici e gli infermieri che mi hanno conosciuto, aiutato, seguito e curato;

A tutti voi che ogni volta che mi vedete mi chiedete come mi sento, oppure mi fate i complimenti per il mio aspetto...

A TUTTI VOI, vi chiedo con la massima umiltà di ricevere queste righe come il mio piccolissimo regalo di Natale, e che siate consapevoli che VOI avete costruito tutti insieme questo dono che mi è stato consegnato, e che spero di essermi meritato e soprattutto di essere all'altezza di conservarlo e di utilizzarlo al meglio!



 E visto che sono in vena di auguri, ne voglio fare uno in particolare a tutte le persone malate che sono costrette a trascorrere le festività in ospedale, lontani dalle loro famiglie... TENETE DURO e ABBIATE FEDE! Il prossimo anno sarà migliore per tutti voi!

BUON NATALE!