Una delle cose che mi dispiace di più dell'attesa qui al Istituto Don Gnocchi, è vedere la gente che entra, resta in ricovero da 15 a 20 giorni, e poi esce. Prima o poi escono tutti, anche i casi più disperati.
E io resto. OVVIAMENTE sono la persona che c'è da più tempo. Ne vengo ripagato con un affetto particolare di cui i miei "coinquilini" non godono, e di questo ne sono grato un po' a tutto il personale. Mi fanno sentire a mio agio.
Ogni volta che il mio vicino di stanza viene dimesso, entro in crisi. Avevo in qualche modo legato con quello attuale, e il pensiero di dover riiniziare un dialogo con un paziente nuovo, mi genera un minimo di ansia e di stress.
Sono arrivato il 12/05 e c'era il Sig. Aldo P., 87 anni, di Belluno, 3 by-pass coronarici. Che dire... Un bravo signore, educato. 2 problemi: non lo capivo quando parlava, e alle ore 20 mi chiedeva di spegnere il televisore per dormire.
Poi se n'è andato ed è arrivato (lo stesso giorno) il Sig. Bruno G., di origine abbruzzese, 68 anni, residente a Milano da una vita, 3 by-pass coronarici. Una brava persona, con due bei figli poco più giovani di me. Tutti molto disponibili, ci siamo scambiati i numeri e siamo in contatto per scambiarci le novità. Con lui avevo legato, nonostante la differenza di età. Ha un anno meno di quelli che avrebbe mio padre. Mi è dispiaciuto che sia partito. Aveva le lacrime agli occhi. Cara persona!
Lo stesso giorno che è uscito Bruno, dopo un paio di ore arriva un paziente giovane, Stefano P., milanese, 48 anni, un figlio di 17, una moglie carina e simpatica, e tantissimi amici, parenti, vicini e rompiscatole che lo vengono a trovare!! Non parlerò male di lui in quanto potrebbe tranquillamente arrivare a leggere quello che sto scrivendo (ci siamo collegati su Facebook...).
In realtà non parlerò male di lui perchè è diventato un amico e devo confessare che mi sta facendo passare questi giorni in allegria e spensieratezza. Condividiamo alcune cose, tra cui il gusto per alcuni piatti. La seconda sera si è fatto portare da un amico il famoso (vedi bacheca FB di qualche giorno fa) piattone di sushi. La bella cosa è che l'amico è il padrone del sushi-bar. Quella meno bella è che il locale è dall'altra parte della città!!
In compenso da Genova sono arrivate (grazie mamma e moglie) focaccie di diversi tipi, che i nostri amici milanesi hanno gradito! Domani sera mozzarella di bufala campana presa "nel negozio giusto" qui a Milano.
Ok, direte, ti passi un po' il tempo... e poi? Se ne va Stefano e mi arriva un ragazzo di 20 anni? Un bambino? Sarà la volta che mi arriva uno scorreggione puzzolente che russa come un martello pneumatico? Devo chiedere di essere trasferito in una delle due stanze singole? E' meglio stare da solo che non sapere chi ti tocca? Oppure mi conviene rischiare, visto che fino ad ora mi è andata di bene in meglio?
Qui non fanno altro che scommettere sul fatto che io uscirò prima di loro. Lo diceva Bruno, lo ripete Stefano. Io vinco le scommesse (che un bel giorno passerò a riscuotere) ma nel frattempo continuo con il mio cuore stanco.