Vivi l'attimo, sì, ma quale?

Posted by : Maurizio Oliveri | domenica 4 aprile 2010 | Published in

Fine settimana di Pasqua. Buona Pasqua a tutti. I miei amici cari e vicini continuano ad avere difficoltà a capire quanto siano limitanti le mie condizioni fisiche...

- "Mauri, per Pasqua, voi rimanete a casa?"
- No, in effetti pensavo di andarmene a fare un giro... che so, magari in Svizzera, con mia moglie e i tre bambini... MA DAI! Non riesco quasi ad uscire di casa senza accusare un profondo disagio, tremarella, freddo, arti addormentati, giramenti di testa...

Ieri (sabato 3/4/10) -sempre per cercare di mantenere davanti ai miei figli un benchè minimo barlume di normalità e routine- mi sono lasciato andare ad orge e forsennati bagordi:

  • mattina a casa, prove di F1 GP Malesia. Quasi non mi sono neanche alzato dal letto che già accuso stanchezza e "mollezza" (quella singolare sensazione che provo talvolta, di non riuscire a restare perfettamente in piedi senza traballare). Imperterrito chiamo il nostro amico che ci aveva invitato per un aperitivo nel tardo pomeriggio - e confermo la nostra presenza!
  • pomeriggio, ore 17.30, ci avventuriamo fuori casa che piove, mia moglie prende l'auto e io salgo nel sedile di dietro con i 3 bambini (e tanto di fiatone dopo aver attraversato la strada a piedi!). Il mio amico sta a meno di 1km. Arriviamo e posteggiamo nel suo posto auto che ci ha gentilmente riservato (in quanto, gli ho detto, che se dovevo camminare non ce la facevo mica).
  • entro in casa del mio amico con un profondo senso di spossatezza, pensando "chi me l'ha fatto fare, non sto neanche in piedi...". Ma siccome c'è una certa confidenza, avviso subito che mi sento poco bene e mi siedo tranquillo in cucina a riposare.
  • I nostri amici sono persone simpatiche e molto ospitali; ci presentano una serie di stuzzichini che vanno dalle patatine, alle "tortillas" con guacamole appena preparato, olive piccanti, focaccine, face e salame, ecc. Il mio amico Gabriele si diletta per la prima volta nella preparazione di una caipirinha (è persino andato a comprare la cashaca alla Basko!), ma si scontra come tutti gli italiani che non sono vissuti in sudamerica, con la realtà delle abbondanti esigenze di ghiaccio. Due minuscole vaschette non sono sicuramente sufficienti per 4 aperitivi. Potrei anche insistere raccontando che ha sbagliato la sequenza limone-zucchero schiacciati insieme e poi ghiaccio tritato, mettendo invece lo zucchero in un secondo tempo, oppure che i limoni (lime non se ne erano trovati) erano a pezzi troppo grossi, ecc. Fatto sta che sono stato l'unico a godermi due dita di "Cachaca con limone e zucchero on the rocks" e ad apprezzarla. Ottima invece la guacamole della Cristina! Comunque, uno stuzzichino tira l'altro, mi lascio ovviamente tentare e "pilucco" fino alle 20.30, annaffiando il tutto con generosi bicchieri di.... acqua frizzante e cocacola (cosa pensavate, eh?). In effetti all'inizio mi sono sentito molto meglio, ma poi l'effetto dei liquidi ha generato la solita sensazione di gonfiore e affaticamento.
  • Ore 21.30, ci avviciniamo alla tragedia: usciamo da casa loro e risalgo in macchina dietro coi bimbi. Arriviamo davanti a casa e non c'è posto (adoro Genova!), per cui mi viene l'IDEONA di scendere coi bimbi e mandare mia moglie a parcheggiare. Dovete sapere che dal portone elettrico del comprensorio dove abitiamo, al portone del palazzo, ci saranno 70 metri di strada privata (ovviamente non trafficata a quell'ora).
  • Prendo Alessio in braccio, esco dall'auto e arrivo fino al primo portoncino, metto la chiave ed apro. Tempo 15 secondi. Autonomia residua dopo l'operazione: 5%! Metto giù Alessio piano e dico a Matteo: "adesso lo mollo, io non ce la faccio a portarlo, se corre prendilo per favore!". Detto fatto, Alessio parte verso il portone di casa, Matteo lo prende, si inciampano e cadono entrambi, io gli corro dietro ma la mia autonomia è veramente scarsa. Afferro Alessio per il colletto cercando di accompagnarlo nella camminata verso casa ma lui, ormai stressato, si dimena e si butta a terra urlando.
  • Autonomia: 1%. Mi siedo per terra di fianco ad Alessio, dicendo "Matteo non ce la faccio, Matteo non ce la faccio, non so cosa fare". Completamente spossato, giramenti di testa, pressione e dolore al petto, mi sento assolutamente incapace di gestire il problema. Alessio continua ad urlare e si rigira sul pavimento, qualche vicino accende le luci, io penso di urlare AIUTO! ma un minimo di dignità mi impedisce di farlo. E un minimo di raziocinio mi fa pensare che "prima o poi, Sandra arriverà".
  • Suona il telefono (perchè il telefono suona SEMPRE nel momento migliore) e ovviamente non ho forza/aria nei polmoni/lucidità mentale per rispondere. Ho scoperto dopo che era Sandra che mi avvisava che NON trovava posto...
  • Recupero forse un 10% di autonomia in un luuuungo minuto, mi alzo, riprendo Alessio in braccio e faccio i 20 passi che mi separano dal portone di casa, dove lo lascio e nuovamente si butta per terra disperato. In qualche modo, riesco a trascinarlo a piccoli tratti sino all'ascensore, poi sino alla porta di casa, e poi finalmente, in casa. Mi siedo in ginocchio e mi viene da piangere... chiamo Matteo e Diego con me e gli chiedo scusa (perchè? mi sento un padre assolutamente inutile). Mi baciano e mi dicono che mi vogliono bene.
Alcuni amici mi consigliano di non pensare soltanto al domani e al cuore nuovo, ma di vivere il presente, di godere dei bei momenti presenti, ma, saranno tutti così belli come quello che ho vissuto ieri sera?





Ho appena pubblicato questo post anche su Facebook, lo leggo e lo rileggo, e penso... "ma è giusto rovinare una giornata allegra a coloro che mi leggono?" Mi rendo conto che l'articolo è abbastanza triste e deprimente. Se questo è l'effetto che fa, a costo di essere meschino, ho ottenuto il risultato di trasmettere come mi sento in questo momento. Inoltre ho scoperto che questo blog ha un moderato effetto terapeutico su di me. Soprattutto quando "posto" articoli su alcune particolarità dell'intervento, oppure particolarità che scopro della vita dei trapiantati.
Non me ne voglia nessuno, però. Al massimo metterò sulla testata dell'articolo una "scala di depressione". Tipo, indice di depressione dell'articolo, 8/10!

Buona Pasqua a tutti

(2) Comments

  1. Anonimo

    Spero che questo articolo faccia pensare molte persone. Un abbraccio a tutti. E.C.

    5 aprile 2010 alle ore 00:01
  2. Maurizio Oliveri said...

    Grazie Elena!

    5 aprile 2010 alle ore 15:35