Di Giovanni Amato e Maurizio Oliveri
Leggendo queste poche righe nel mondo è già successo di tutto: c’è chi ride, chi piange, chi si sposa, chi si lascia, chi nasce e c’è anche chi muore. Tutto questo fa parte della vita.
Una parte delle persone colpite dal destino, la cui vita è irrimediabilmente alla fine, ha la possibilità di donare i propri organi, consentendo così a più persone in situazioni critiche, di continuare la loro vita.
Purtroppo quando si arriva ad uno stato “terminale”, non si ha più la coscienza o la capacità di intendere e volere. La volontà di essere donatore va espressa in vita, quando si è pienamente coscienti di questa opportunità.
Per quale motivo non si dovrebbe donare? Le campagne contro la donazione si basano su presupposti non scientifici secondo i quali a una persona che dona gli organi, viene strappata la vita. Viene ucciso. La realtà medico-scientifica ci spiega che i pazienti che effettivamente arrivano alla donazione, sono in uno stato di morte cerebrale irreversibile, tenuti artificialmente in vita. Il loro cervello non è più in grado di rispondere autonomamente.
Perché non trasformare una tragedia in un’opportunità di salvare qualcuno? Pensiamoci bene, fermiamoci a riflettere.
Trasformiamo la morte in un dono di vita meraviglioso:
Doniamo!
Doniamo!
Maurizio Oliveri Nato a Genova il 20/11/1970 Trapiantato il 18/08/2010 | Giovanni Amato Nato a Catania il 05/09/1971 Trapiantato il 02/09/2010 |
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Interventi entrambi eseguiti presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano.
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