Sono sempre più convinto di essere un metereopata. Lo vedo con l'inoltrarsi della primavera nelle nostre giornate. Il sole e il caldo mi mettono di buon umore. Ovviamente non penso neanche per un istante di guarire o di sentirmi meglio -le condizioni di salute sono quelle che sono- ma perlomeno cerco di prendere ogni giornata con uno spirito diverso.
Questa malattia e questa attesa mi hanno fatto essere molto più introspettivo e ancora più egoista (chi mi conosce sà che caratterialmente lo sono sempre stato, un pochetto...). Ogni giorno mi sembra di capire qualcosa in più del mio corpo e della mia mente. Ma sono entrambi imprevedibili, più che mai.
Il mio corpo è pieno di sorprese e tranelli che si celano dietro ad ogni angolo. Non posso mai mollare la guardia. Una mattina mi alzo che sto bene, magari il pomeriggio sarà pessimo. Che dire della notte, ormai ci penso con angoscia. Difficoltà a dormire all'ordine del giorno. I pasti, il cibo? Sono diventato delicatissimo nei processi digestivi, e ogni volta che mangio cerco di immaginarmi per quante ore sentirò la sgradevole sensazione di avere un pietrone sulla bocca dello stomaco...
La mia mente non è più quella macchina assolutamente razionale di una volta. Adesso sembra un computer afflitto da qualche virus informatico: quando meno te lo aspetti fa degli scherzi strani. Attacchi d'ansia, panico, agorafobia, ecc. Tutti i problemi che ho avuto modo di vedere talvolta nei miei cari, e che pur rispettando, non capivo, mi vedo costretto a viverli in carne propria.
La mia malattia non è affatto fulminante. Non ha niente che vedere con, ad esempio, un infarto. Anzi, è piuttosto prevedibile. Mangi tanto? Bevi tanto? Mangi salato? Fai una scala in salita? Dormi poco? Sai già che ti aspetta qualche ora di affaticamento, mancanza d'aria, senso di soffocamento, ecc. Lo dico e lo ripeto mille volte, eppure ogni volta che sono in strada e sento che mi manca l'aria, mi vengono le fobie. Ce la farò ad arrivare dove devo arrivare? E tutto questo è assolutamente SNERVANTE. Credetemi!
Per non parlare dell'attesa di quella chiamata dell'Ospedale Niguarda. Ogni tanto immagino la conversazione:
- Pronto, parlo con il Sig. Oliveri?
- hmmmm si
- scusi se la disturbo a quest'ora di notte, la chiamiamo dall'Ospedale Niguarda
- uuuh? Ah si si, mi dica
- dovrebbe presentarsi il più presto possibile in Ospedale. Abbiamo trovato un donatore compatibile, e mentre lo sottomettiamo ad una serie di test, bisogna che lei sia pronto all'eventualità.
Viene l'ansia tutte le volte che squilla il cellulare vero? Anche perchè nessuno è in grado di dirti se te la devi aspettare più facilmente questo mese, o quest'estate o forse quest'anno...
Ma consentitemi invece un po' di ottimismo, d'altra parte il titolo del post prometteva bene. Perchè tutto sommato sono felice? Oltre alle cose più importanti che però e per fortuna sono sempre presenti, tipo avere una famiglia spettacolare, una moglie che ti sopporta con pazienza e dei figli rompiscatole ma adorabili
Cose più o meno futili che mi rendono felice:
- non sto più andando a lavorare. Faccio qualcosa da casa quando me la sento, il che è sempre meno frequente, ma non perchè stia male, ma perchè ho trovato la gioia nel fare cose più divertenti
- col bel tempo ho rimesso in ordine il mio scooter (batteria, cambio olio, ecc.). In cinque minuti, ma che dico, due minuti, sono davanti al mare
- posso sedermi in una panchina in riva al mare a prendere il sole mentre leggo il mio quotidiano
- talvolta prendo il caffè al bar
- passeggio nel verde di un parco oppure a due passi dal mare
- tra qualche giorno mi azzarderò a mettere i piedi in acqua (seguiranno foto di piedi e corpo immersi!!), una cosa che tra il GELIDO Mediterraneo e il sole di mezzogiorno mi fa GODERE DA MATTI!
- il pomeriggio vado a vedere mio figlio che si allena a pallone, al Don Bosco, proprio di fronte a casa
- scrivo un blog quando mi viene qualsiasi cazzata in mente, tipo queste
- mi diletto in cucina con una passione sempre più sfrenata (peccato che poi non possa mangiare la metà delle cose che preparo). Cerco ricette su internet, leggo blog, esploro web di ristoranti famosi nel mondo
- tesso la trama di quella che sarà la mia vita professionale/imprenditoriale dopo il trapianto! Ovviamente la cosa è troppo "acerba" per renderla nota sin d'ora, ma c'è una soddisfazione che avrei sempre voluto togliermi nella vita e che, per una cosa o per l'altra, non ho mai fatto. E il bello di questo mio intervento, SOLO se andrà tutto per il meglio ovviamente, è che sarò in qualche modo rinato ed avrò una possibilità di ricominciare alcune cose "a boccie ferme" come si suol dire. Da zero. Senza impegni o compromessi passati.
(le foto di questo post sono state scattate un paio di giorni fa sulla passeggiata "Anita Garibaldi" a Nervi)
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