Cor novum aequalis vita nova?

Posted by : Maurizio Oliveri | martedì 26 ottobre 2010 | Published in

...o meglio, un cuore nuovo porta invariabilmente ad una nuova vita?

Sono tornato a casa da quattordici giorni. Durante i miei mesi in ospedale, soprattutto nel periodo trascorso dopo il giorno del trapianto, mi sono promesso e ripromesso tante cose. 

Esci dal trapianto e ti senti onnipotente. Se sei riuscito a sopravvivere alla malattia, all'intervento, e ne esci illeso, anzi "curato", pensi di essere in grado, e allo stesso tempo di avere il diritto, di fare praticamente qualsiasi cosa. Non c'è niente di irragiungibile. "Cambierò lavoro, farò soltanto cose che mi piacciono, mi disferò di tutto ciò che non mi soddisfa. Sarò chiaro con la gente. Niente obblighi, niente compromessi. Parto da zero, azzero tutto, perchè:

cor novum = (aequalis) vita nova

... è quasi palese. Posso farcela..."

Niente di più falso. Torni a casa, e ti rendi conto che non sei stato catapultato magicamente in una nuova vita. Sei sempre "te stesso". Stessa casa, stesso lavoro, stessi impegni... Il tempo in ospedale "viaggia" ad una velocità diversa. Tanto lunghi mi sono sembrati cinque mesi fuori casa, quanto veloci sono passati nella realtà.

I vicini di casa, i genitori dei miei figli mi riempiono di complimenti -che peraltro apprezzo molto perchè mi sembrano sinceri- "sei tornatooo, ti trovo beneee, complimentiii..."  dopodichè, rientri nella perfetta normalità. Giustamente. La vita nuova non è un diritto acquisito. Diciamo che la tua pausa forzata e le tue condizioni fisiche rinnovate sono *al più* un pretesto per creartene una nuova.

vita normale... col computer...
Sul campo lavorativo, avevo abbozzato dei progetti che pensavo di elaborare meglio negli ultimi due mesi di quest'anno, aprofittando anche del fatto che sono attualmente in malattia e quindi non costretto ad andare al mio vecchio lavoro. Ora che sono nel mondo reale però, mi sembra tutto meno semplice...
  
vita normale... famiglia riunita davanti alla tv...
Con mia moglie ci eravamo promessi di prenderci al più presto qualche giorno di fuga totale dal nostro mondo: lasciare i bimbi a casa con la nonna e andare in qualche posto da soli per ritrovare noi stessi. Impossibile. Sono passate due settimane e non se ne è neanche parlato. E' difficile scrollarsi di dosso le attività quotidiane. Tra le limitazioni dei primi mesi dopo il trapianto (igiene alimentare e ambientale), le visite mediche (ogni 15 giorni, due volte a Milano) e gli altri impegni quotidiani (bimbi, scuola, lavoro, casa, tramiti arretrati) è difficile riuscire ad organizzare anche solo un fine settimana fuori dal quotidiano. 

vita normale... in cucina...
E "last but not least", mi trovo anche in leggero imbarazzo nei vostri confronti, miei cari lettori. Ero convinto che con la mia nuova vita avrei avuto materiale a sufficienza per mantenere aggiornata la rete (blog, Twitter e Facebook). Ieri ho scritto nel mio profilo di FB: "Maurizio Oliveri sta meditando cosa fare del suo blog... il rientro alla vita normale e relativamente piatta preclude la possibilità di scrivere cose interessanti?". Il problema è che -è triste ammetterlo- ma non ho più niente da raccontare. Non ho più da raccontarvi le mie storie da ospedale (meno male!!) ma non sto neanche facendo niente di così particolare da meritare due righe su un blog, tantomeno il vostro tempo per leggerle. Vedete, per me andare a portare i miei figli a scuola può essere una grande emozione, un obiettivo importante che sono riuscito a raggiungere, ma come attività in sè di un padre di famiglia è un'azione assolutamente normale che non merita commenti e riflessioni...

vita normale... coi bimbi pagliacci...
Detto tutto ciò, non voglio assolutamente lasciare intendere che non sono soddisfatto di come sono andate le cose. Difficilmente sarebbero potute andare meglio. L'intervento a cui sono stato sottoposto mi ha dato la possibilità di continuare a vivere la mia vita. Mi sento discretamente (discretamente bene, e miglioro giorno dopo giorno), sono ritornato con la mia famiglia e di tutto questo sarò eternamente grato.

vita normale... coi bimbi al ritorno da scuola...
Ma ora che il problema è stato sistemato, e che sono rientrato nella normalità, devo fare fronte alle cose che mi ero preposto e non so se sarò in grado di farlo. Forse tutto quel coraggio, quella forza di carattere che mi avete attribuito, non esiste. Probabilmente si è trattato soltanto di uno spirito di sopravvivenza e di autodifesa, che mi ha consentito di sopravvivere all'attesa del nuovo cuore, sia fisicamente che psicologicamente.

vita normale... ricevo i bimbi per il "dolcetto o scherzetto" di Halloween
Forse sono io che pretendo troppo. Devo accontentarmi di quello che ho -che sicuramente non è poco-. D'altra parte dico sempre a Sandra "non esiste la famiglia perfetta". Non esiste un marito perfetto, nè una moglie perfetta. Non esiste il paese perfetto per vivere, lavorare, fare i propri progetti. Ci dobbiamo accontentare della normalità? Quanto possiamo o dobbiamo esigere alla nostra vita?

E, come se queste domande esistenziali non fossero sufficienti, come faccio a risolvere il problema della pelle grassa che mi ritrovo da quando prendo 15 milligrammi al giorno di cortisone???
Sarà che ci medito ancora un po', magari mentre mi guardo la puntata di X Factor questa sera, sdraiato nel lettone con i miei cari!

161 giorni

Posted by : Maurizio Oliveri | domenica 17 ottobre 2010 | Published in

Martedì 12 sono tornato a casa! Dal 3 Maggio al 12 Ottobre, fanno esattamente 161 giorni!


Il rientro è stato fantastico! Soprattutto per il calore che mi ha riservato la mia famiglia: i miei bambini e mia moglie. Sono contentissimo di essere tornato a casa. Ovviamente dobbiamo tutti abituarci di nuovo alla mia presenza.



Per i bimbi potrebbe esserci un aspetto negativo, in quanto io sono *molto* più severo (e rompiscatole) di mia moglie... "Alessio non saltare sul letto, Diego non mettere i piedi sul tavolo, Matteo raccogli la roba da terra. E poi: non urlate, non correte, lasciate stare, non sporcate, venite, andate..." Mia moglie li riprende, ma gli lascia sicuramente più spazio. Sono punti di vista leggermente diversi ma entrambi validi. E poi si complementano bene. Comunque i bimbi non fanno particolare caso a tutto ciò; riescono invece ad apprezzare sicuramente la mia presenza di padre-uomo-pisello-munito che scherza con loro, li fa giocare, li accompagna e li riprende da scuola, li porta agli allenamenti, ecc. Finalmente mi sento fisicamente in grado di condividere queste mansioni con mia moglie. In due è sicuramente tutto più equilibrato. Mentre uno fa una cosa l'altro si impegna nell'altra. Sembra un discorso banale, ma finchè non ci tocca viverlo in prima persona, non ci accorgiamo pienamente di quanto ogni genitore abbia un ruolo importante e particolare nella gestione familiare.

Con mia moglie il "ricongiungimento" è stato molto positivo; purtroppo non sono mancate alcuni attriti e incomprensioni che spero riusciremo a limare e ad eliminare col tempo. Siamo caratteri diversi e non è semplicissimo ritornare a vivere insieme dopo tutto questo periodo vissuto in due realtà diverse: lei con il peso, la responsabilità -ma anche l'autonomia- di gestire tutta la famiglia e la casa. Io, praticamente rinchiuso in una struttura protetta, dove le decisioni più importanti erano quali scarpe mettere o se usare il pappagallo per fare la pipì!

Comunque, la cosa fondamentale è che sia tornato a casa. La prima e più importante missione è riuscita! Ora devo riuscire ad essere un uomo e un marito migliore, non soltanto fisicamente grazie al cuore che mi è stato donato -questo è palese- ma anche a livello attitudinale -questo un pò meno palese-, cercando di essere più condiscendente e meno rompiscatole sulle piccole cose che sono assolutamente insignificanti di fronte alla complessità di una vita intera.

Per il momento, mi riprendo anche qualche soddisfazione: qui sotto con una focaccia al formaggio appena sfornata e una bella birrozza :-))

La vita è un dono meraviglioso

Posted by : Maurizio Oliveri | venerdì 15 ottobre 2010 | Published in

Di Giovanni Amato e Maurizio Oliveri

Leggendo queste poche righe nel mondo è già successo di tutto: c’è chi ride, chi piange, chi si sposa, chi si lascia, chi nasce e c’è anche chi muore. Tutto questo fa parte della vita.

Una parte delle persone colpite dal destino, la cui vita è irrimediabilmente alla fine, ha la possibilità di donare i propri organi, consentendo così a più persone in situazioni critiche, di continuare la loro vita.

Purtroppo quando si arriva ad uno stato “terminale”, non si ha più la coscienza o la capacità di intendere e volere. La volontà di essere donatore va espressa in vita, quando si è pienamente coscienti di questa opportunità.

Per quale motivo non si dovrebbe donare? Le campagne contro la donazione si basano su presupposti non scientifici secondo i quali a una persona che dona gli organi, viene strappata la vita. Viene ucciso. La realtà medico-scientifica ci spiega che i pazienti che effettivamente arrivano alla donazione, sono in uno stato di morte cerebrale irreversibile, tenuti artificialmente in vita. Il loro cervello non è più in grado di rispondere autonomamente.

Perché non trasformare una tragedia in un’opportunità di salvare qualcuno? Pensiamoci bene, fermiamoci a riflettere.

Trasformiamo la morte in un dono di vita meraviglioso:
Doniamo!



Maurizio Oliveri
Nato a Genova il 20/11/1970
Trapiantato il 18/08/2010

Giovanni Amato
Nato a Catania il 05/09/1971
Trapiantato il 02/09/2010

Donatore...
Donatrice...

Interventi entrambi eseguiti presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano.

Vite parallele, la storia di Giovanni e Maurizio

Posted by : Maurizio Oliveri | | Published in

Io con Giovanni al Don Gnocchi
Nel mio blog, salvo qualche accenno qui e là, non vi ho ancora parlato di nessun’altra persona nelle mie stesse condizioni; non illudetevi: ce ne sono tante, troppe… io nel mio percorso ne ho conosciute diverse, ognuno con le sue situazioni, i suoi problemi, le sue storie da raccontare…

Io però vi voglio parlare di una persona in particolare: Giovanni Amato. Giovanni è un mio coetaneo (38 anni) di Catania, che come me era stato “parcheggiato” al Don Gnocchi in attesa dell’arrivo di un cuore. Malattie simili ma non uguali (cardiomiopatia dilatativa la mia, ipertrofica la sua) con sintomatologie diverse (io, sempre affannato e con tendenza all’accumulo di liquidi, lui, con severi problemi di tachicardie e fibrillazioni).

Maurizio, Francesca e Giovanni. Tutti trapiantati
Giovanni ed io non abbiamo legato subito. Anzi, per le prime due settimane ci siamo praticamente ignorati. Ci studiavamo, come due cani che quando si incrociano si annusano velocemente ma poi ognuno riprende la sua strada… Finchè un giorno grazie a Maria, la moglie, abbiamo scambiato le prime due parole. Da quel momento è stato facile, quasi ovvio, legare. Condividere esperienze. Condividere paure. Condividere speranze. Giovanni è una persona semplice, all’apparenza un po’ chiusa e timida, ma carica di sentimenti genuini. Insieme, giorno dopo giorno, abbiamo trascorso la nostra degenza al Don Gnocchi, facendoci forza l’uno con l’altro. Nei miei giorni “no”, ricevevo ottimismo e conforto da lui, nei suoi giorni “no”, gli offrivo la mia spalla e gli davo speranza io.

La cosa che ci ha legato ancor di più, è che da quel momento abbiamo fatto un percorso incredibilmente simile: quando mi portano al Niguarda dal Don Gnocchi (05/08/2010) Giovanni “eredita” la mia stanza singola (lui era in una doppia). Io ricevo la prima segnalazione per un cuore (non andata a buon fine) il giorno 12/08.

Da: Maurizio
A: Giovanni

Ricevuto: 12 Ago 2010 21:14
Ciao caro ieri con tutto il casino non ti ho scritto. Alle 15 mi hanno detto che c’era segnalazione cuore buono per me. Mi hanno preparato e stanotte 01.30 mi hanno detto che purtroppo il cuore aveva un problema :( mi sono avvicinato al miracolo e per questa volta mi è sfuggito, ma siamo molto ottimisti.

Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 12 Ago 2010 21:31
Peccato speriamo che la prossima volta sia quella buona. Questi fatti non sono solo negativi, ma servono a darci la carica x poter andare avanti ci fanno capire che stanno pensando a noi, e come dici tu si diventa più ottimisti. Che peccato ciao ciao.
Relaxing moment

Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 15 Ago 2010 20:20
Forse c’è la possibilità di un cuore, vengono a prendermi, prega x me, ciao


Da: Maurizio
A: Giovanni
Ricevuto: 15 Ago 2010 20:25
Grandissimo! non ci posso credere! Adesso chiedo alle infermiere.


Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 16 Ago 2010 06:50
Sucazzaminchi da miseriazza unni è misa, la prossima volta sarà quella giusta. Ciao in che numero di stanza sei, io sono alla 23, se siamo nello stesso reparto ti vengo a trovare.


Giovanni viene a trovarmi in stanza al Niguarda, ma nel pomeriggio viene rimandato al Don Gnocchi in osservazione.

Da: Maurizio
A: Giovanni
Ricevuto: 17 Ago 2010 15:16
Ciao Giovanni, come va il morale? E il ritorno al Don Gnocchi tutto ok? Io oggi sto un po’ meglio, sempre incasinato coi liquidi faccio la sete (invece che la fame)!


Giovanni con me e mio figlio Matteo
Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 17 Ago 2010 16:14

Ciao Maurizio, al Don Gnocchi mi trovo meglio del Niguarda solo xche’ mi sento bene ma questo già te lo avevo accennato ieri, sto’ pian piano superando il colpo subito, inconsciamente secondo me psicologico guarda caso oggi è venuta la psicologa a trovarmi e abbiamo parlato un po’, mi ha trovato meglio, meno depresso forse è come dici tu che non capisce un cavolo, ho trascorso una nottata strana, ho fatto brutti sogni, mi sentivo stanco e non potevo respirare, non ho capito se fosse la realtà o no, stamattina mi sento bene, spero che vada sempre così. Mi fa piacere che ti senti meglio, mi dispiace per la sete, preferirei la fame. Il signore ha dato a noi queste disgrazie xche’ noi siamo più forti, più bravi, più belli, più simpatici, più idonei perché noi siamo più, e riusciremo a superare tutto questo. A sucaminchiazza da miseriazza buttana pistata unni è misa. Ciao ciao a presto


Lui viene chiamato come “riserva” per un trapianto il giorno 15/08 (segnalazione non andata a buon fine).

Da: Maurizio
A: Giovanni
Ricevuto: 17 Ago 2010 16:36
Ciao Giovanni! Bellissimo il tuo messaggio, carico di sentimenti, sincero e spiritoso. Sono contento di averti conosciuto anche se in questa mezza tragedia che condividiamo. Tieni forte pensa alla tua famiglia. Ce la faremo!! Sei GRANDE ti stimo per la tua sincerità. Ti abbraccio!



Grande Giovanni gioca con mio figlio Matteo
 Il giorno 17/08 ricevo la seconda segnalazione (stavolta quella buona) e il giorno 18/08 vengo trapiantato. Lo stesso giorno 18/08 per Giovanni è stata una giornata difficilissima: una serie di fibrillazioni ventricolari, con il defibrillatore in difficoltà, trascorrendo qualche minuto da incubo –il suo racconto fa venire i brividi-, più nell’aldilà che nell’aldiquà. Quel giorno Giovanni viene trasferito dal Don Gnocchi al Niguarda, e quando mi cerca in stanza viene a sapere che sono stato trapiantato.

Il giorno 26/08 rientro in reparto dalla rianimazione e Giovanni mi viene a trovare. Siamo in stanze diverse ma nello stesso reparto. In quel momento, siamo così vicini ma così distanti. Io ce l’avevo fatta. Ero stato trapiantato. Lui non ancora… Io mi sento triste per lui. Non era possibile che le nostre sorti, i nostri cammini, si separassero in questo modo. Con la mia famiglia abbiamo pregato per lui. Si meritava di risolvere la sua situazione!

Il giorno 01/09 arriva la seconda segnalazione per Giovanni, che viene ricoverato nella stanza di fianco alla mia (letto 36 lui, letto 35 io).

Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 1 Set 2010 17:06
Mi hanno detto che forse c’è un cuore x me


Passo a trovarlo. Gli do conforto, gli do carica. Gli dico di tenere duro. Gli dico che sarà la volta buona.

Maria, la moglie di Giovanni con mio figlio Diego
Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 1 Set 2010 23:18
Maurizio è forse la volta giusta mi stanno portando in sala operatoria tifa x me e sarai sicuro di vincere, la tua amicizia anche se ci siamo frequentati poco è una delle cose più importanti, lo sai casa mia è casa tua così pagheremo il muto insieme e quando avremo finito di pagare tabbiu fora a pirati to culu, sto scherzando lo pagherai da solo, sarai sempre nel mio cuore non in questo che sto x cambiare ma in tutti e due x la casa non preoccuparti è mia. Ci sentiamo e soprattutto ci vedremo e ti porto a mangiare la carne di cavallo naturalmente io ordino e tu paghi, salutami tua moglie ciao.


All’una e trenta del mattino lo vedo passare nel suo letto, destinazione sala operatoria! Giovanni è stato trapiantato esattamente 14 giorni dopo di me. L’intervento è andato bene. Il giorno 08/09 rientra in reparto dalla rianimazione. E’ un po’ dolorante, ma sta bene.

Da: Giovanni
A: Maurizio
Ricevuto: 8 Set 2010 16:46
Maurizio ciao sono il grande di Catania un po’ acciaccato ma tutto sommato sembrerebbe che anche questa volta ce l'abbiamo fatta sono alla 29 quando ti sarà possibile vieni a trovarmi . Ti ho pensato tanto l'effetto della anestesia mi gioca questi scherzi ti abbraccio forte a presto.


Il giorno 09/09 vengo dimesso e parto per Tradate, dove vado a fare la mia riabilitazione. Il giorno 16/09 Giovanni viene trasferito a Tradate nella stanza di fianco alla mia. Stiamo insieme a Tradate sino al giorno 06/10, perché io vengo dimesso d’urgenza e ritorno a Niguarda per una pericardiocentesi.

Ora che scrivo sono a Niguarda e lui è a Tradate. Probabilmente quando verrà dimesso da Tradate io sarò a Genova, o forse ancora a Niguarda. Le prossime biopsie a Niguarda non coincideranno. Le nostre strade sembrano essersi momentaneamente divise. Ci siamo promessi di incontrarci a Catania l’anno prossimo. Chissà quali altri scherzi e coincidenze ci offrirà la vita?

A proposito di Giovanni, prima di scrivere su di lui, è capitato di parlare con lui di questo blog, della mia voglia di scrivere e di raccontare la mia esperienza lungo questo tortuoso cammino.

Lui mi dice che il suo periodo “scuro” e difficile della sua malattia vuole che rimanga solo un ricordo, che vuole pensare solo al futuro. Piuttosto, mi chiede di condividere con lui e di pubblicare nella rete tramite il mio blog, qualche riga, qualche pensiero indirizzato al percorso di donazione e alle persone straordinarie che decidono di diventare donatori. Lui ha già scritto qualche riga; insieme lo rivediamo e lo completiamo. Il messaggio che ne è uscito è frutto del prossimo post. Si intitola “La vita è un dono meraviglioso”. L’ho montato a parte in quanto voglio che resti un messaggio accessibile direttamente da un link, senza mescolarlo con altri racconti e storie.

Riflessioni sul carro e sui buoi

Posted by : Maurizio Oliveri | martedì 12 ottobre 2010 | Published in

Mi riferisco al mio sfortunato post di un paio di settimane fa: "Non mettiamo il carro davanti ai buoi".

Quel post è nato male. E' un messaggio che ho scritto in un momento difficile. Ho chiesto a voi lettori di tacere, in modo prepotente. I vostri commenti, in un modo o nell'altro (perlopiù "ad personam"), sono comunque arrivati.

E i commenti che ho ricevuto -ma soprattutto il conforto e appoggio che ha ricevuto mia moglie- portano inevitabilmente a due conclusioni:

  • la prima, è che il messaggio è stato malinterpretato. La mia non voleva essere una critica nei confronti di Sandra. L'obiettivo era di lanciarle un messaggio di speranza e darle uno scossone perchè capisse che manca troppo poco per lasciarsi prendere dallo sfinimento, dalla tristezza, dalla depressione. Rileggendo il messaggio oggi, mi rendo conto di non essere riuscito ad esprimermi correttamente.
  • la seconda conclusione, ha ragione mia moglie, è che in questo blog ho parlato bene di tante persone, ma non ho mai saputo riconoscerle tutti gli sforzi e i sacrifici che ha fatto in questi lunghi cinque mesi. La realtà è che partendo da mia moglie, e passando per la mia famiglia (mamma e zii), il supporto, la pazienza, la fatica, sono stati grandi e non credo che sarò mai in grado di apprezzarli e di riconoscerli completamente. Loro hanno vissuto una situazione, per certi versi, ancora più complicata della mia. Laddove il malato soffre in prima persona, fisicamente ed emotivamente, i nostri cari soffrono fisicamente per i molteplici impegni che si generano (viaggi in ospedale, lavoro in casa, bimbi, ecc) e psicologicamente per l'impotenza e l'incertezza (a differenza del malato, loro non "sanno", non sono sempre a conoscenza dello stato del malato, si preoccupano a tutte le ore del giorno...).
Chiedo scusa, a mia moglie in particolare, per quell'infelice articolo che ho scritto. Spero di dimostrarle che tutti questi sacrifici sono valsi la pena, e che gliene sarò riconoscente per tutta la vita. Seppur a modo mio e con tutti i miei difetti.




Sandra:
Oggi, 12 ottobre 2010, torno a casa. Dopo cinque lunghi mesi, ricomincierà la nostra vita insieme!!
Tu dici sempre "le persone non cambiano". Dalla mia "rinascita" ho sempre avuto la speranza di azzerare tutti i miei difetti e di essere una persona migliore. Ovviamente non è così facile.
Spero comunque di renderti felice come marito e come padre dei nostri figli, per il resto della nostra vita.

Perdonami, 
Ti Amo Ogni Giorno Di +

Tuo marito "corNovum"

L’ultimo mese, Parte IV

Posted by : Maurizio Oliveri | domenica 10 ottobre 2010 | Published in

Dal 26/08 al 07/09. La riabilitazione a Niguarda. Dal giorno 8 al giorno 22 “corNovum”.

Niguarda, reparto di Cardiologia 2. Qui comincia il mio percorso di riabilitazione.

Vengo trasferito dalla rianimazione, non senza una certa apprensione, che peraltro so che è comune ad altri pazienti: ma i medici della cardio2 sapranno curarmi così bene come in rianimazione? Ma io mi sento ancora “molto” male, non sono affatto stabile. Qui (in rianimazione) sono molto più controllato, ho un infermiere praticamente a mia disposizione 24h/24h. Di là (in reparto) sono solo e abbandonato in stanza. I medici passano per il giro visite la mattina, ma poi non si fanno più vedere… E se mi sento male?

Ovviamente i medici sanno quello che fanno. Innanzitutto sono assolutamente allineati sulla terapia in corso, sulle condizioni del paziente (vi sono incontri specifici per ogni paziente tra l’equipe dei due reparti). E poi, le nostre condizioni che talvolta ci sembrano essere così precarie, strane, particolari, in realtà seguono molto spesso un percorso di “accidenti” tipico dei trapiantati. Io ad esempio ho avuto qualche difficoltà di ritenzione idrica. Un po’ di insufficienza renale. Credevo di essere un caso preoccupante, da tenere particolarmente sott’occhio, in realtà era una delle conseguenze frequenti del decorso clinico di un trapiantato. Niente di che, insomma.

E difatti, sono stato seguito in modo eccellente sia dai medici che dagli infermieri della cardio2. Anzi, devo dire che il ritorno ad un ambiente più conosciuto e meno intensivo è fondamentale per la ripresa. Mi ha fatto sentire meno malato e mi ha convinto di trovarmi in una fase ascendente, in recupero giorno dopo giorno. La rianimazione è spesso causa di incertezze. Ci troviamo in un ambiente nuovo, con persone sconosciute, e siamo nelle peggiori condizioni fisiche. Il ritorno al reparto è quindi auspicabile e fa parte integrante del passaggio alla fase riabilitativa.

Il concetto di riabilitazione, peraltro, forse non è assolutamente chiaro a tutte le persone, soprattutto a chi non è mai passato da un intervento invasivo importante come questo. Io intendo come “riabilitazione” tutto quell’insieme di attività volte a riportare l’individuo dallo stato in cui si trova uscendo dall’intervento, ad uno stato fisico/clinico assolutamente normale. Detto così, può sembrare un concetto piuttosto ampio e soprattutto molto ambizioso. Ovviamente la riabilitazione passa attraverso diverse fasi e si riferisce a diversi aspetti del nostro corpo:

  • Dal punto di vista clinico, è fondamentale che tutti i nostri organi ritornino al loro funzionamento ottimale. L’anestesia generale, l’apertura dello sterno, lo spostamento di organi quali polmoni, la sostituzione vera e propria dell’organo, la circolazione extracorporea (CEC) e in generale tutti i traumatismi causati dall’intervento, fanno sì che si creino situazioni di scompenso. Parlo di reni, fegato, polmoni, cuore, ecc. Tutti organi che in un modo o nell’altro risentono dell’intervento e vanno “risistemati” nei giorni successivi all’intervento. In parte questa ripresa avviene in modo automatico dal nostro corpo, in parte viene coadiuvata da farmaci.
  • Dal punto di vista fisico, mi riferisco alla parte muscoli-ossa-articolazioni ecc., il corpo risente molto delle giornate in cui si resta immobili nel letto. Nel mio caso particolare, dal momento che già prima del trapianto ero “allettato” a causa della mia instabilità e delle apparecchiature a cui ero collegato, sono trascorsi una ventina di giorni prima che io provassi (e riuscissi) di nuovo a mettermi a sedere a bordo letto.
Ebbene, mentre la riabilitazione che io chiamo “clinica” viene gestita perlopiù dai nostri medici, e noi la viviamo in modo piuttosto passivo, la riabilitazione “fisica” dipende in grandissima misura da noi, dalla nostra forza di volontà, dal non lasciarsi scoraggiare, dallo sforzarsi a fare delle cose che ci sembrano irraggiungibili. Prima mettersi a bordo letto, poi alzarsi in piedi, con l’aiuto di un paio di persone, e sedersi su una sedia a rotelle. Poi cominciare a stare in piedi da solo. Poi fare i primi passi, con l’aiuto di un girello. Poi tenendosi a braccetto con una persona. Infine, a ricominciare a camminare da solo, e a riacquistare la sicurezza delle proprie gambe.

In questi primi giorni di riabilitazione che ho fatto in cardio2, dal giorno 8 al giorno 22 dopo trapianto, non sono stato esente da qualche problema. Innanzitutto continuavo ad avere dolori muscolari e di articolazioni. Collo bloccato, spalla dolorante. Per alcune notti ho avuto grosse difficoltà a dormire la notte. Per quattro o cinque notti ho avuto delle allucinazioni. Qui riporto alcuni post su Twitter.

  • 29/08: Capire se la persona tutta dolorante sei tu o se si tratta di un'allucinazione ed e' stato il tuo vicino gemello malato che ti ha svegliato
  • 31/08: Le solite allucinazioni: infermiera mi ha svegliato verso le 0530 e mi ha detto che anche "lui" aveva avuto dolori. Ogni notte sdoppio qualcuno
  • 01/09: Quando mi sono svegliato pochi minuti fa con la schiena in fiamme, il dottore ha detto "piano ora che si svegliano, perche' hanno preso poco liquido cardiaco preoperatorio!" (?!?!?)
  • 02/09: Per ora ok risveglio tecnico senza allucinazioni: la vescica da svuotare era solo la mia, tutto ok! Adesso riproviamo a dormire
  • 02/09: Ok secondo risveglio tecnico a svuotare cio' che una volta non si svuotava mai... Sto rifacendo amicizia coi miei reni. Credo di averne due :)
  • 04/09: Quasi dimenticavo, le allucinazioni non ci sono più. Adesso mi sveglio sempre e solo con la mia vescica che canta "ricordati... di me!"
Il più importante è stato un versamento pericardico di 3 cm. (liquido che si forma tra il cuore e una parete che lo ricopre; il liquido che non è comprimibile per definizione, crea una resistenza intorno al cuore che gli impedisce di dilatarsi liberamente). Questo versamento è stato ridotto/eliminato attraverso un catetere che viene introdotto nel cuore, e attraverso il quale si aspira il liquido presente. Dopo 24h e 750cc. di liquido (quasi un litro, avete capito bene!), il cateterino è stato rimosso. E’ stata una manovra dolorosa, ma i benefici si sono sentiti immediatamente: il cuore ha pompato in maniera molto più efficiente sin dai primi minuti.

Altro piccolo inconveniente è stato un coagulo (in realtà una palla di 6/8 cm.) che si è formato a causa della rimozione del pacemaker che avevo posizionato all’altezza del pettorale sinistro. Per questo coagulo sono rientrato in sala operatoria il giorno 12° dopo trapianto, riaddormentato, e mi è stata fatta la “pulizia della tasca”. Intervento stupido ma comunque intubato/stubato/spaventato e ho passato una giornata abbastanza brutta, rincretinito, qualche riga di febbre, ecc.

Altre procedure a cui sono stato sottoposto, come da “routine” per tutti i trapiantati, sono le biopsie endomiocardiche. Durante la mia degenza in cardio2, Niguarda, sono stato sottoposto alle prime 2 biopsie settimanali.


Il giorno 07/09, in un quadro clinico di stabilità, sono stato dimesso e inviato al IRCCS Maugeri di Tradate per proseguire il mio processo di riabilitazione.

Dal 08/09 al 06/10. La riabilitazione a Tradate.
Dal giorno 23 al giorno 51 “corNovum”.

IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri di Tradate. Sono arrivato e mi sono incontrato con altri 3 trapiantati: Francesca (50 anni circa, di Marsala, trapiantata nel mese di luglio), Saverio (65 anni ca., pugliese vissuto in Argentina, trapiantato 2 giorni prima di me) e Remo (55 anni ca., dell’entroterra Ligure, trapiantato a luglio). Ho diviso (e tuttora divido) la stanza con Saverio, che peraltro conoscevo già dal Niguarda.

Dell’Istituto Maugeri come struttura scriverò probabilmente un altro articolo nei prossimi giorni, dopo che sarò dimesso, e lo correderò con alcune foto. Per ora vi dico che a parte i primi giorni di necessario ambientamento, mi sono trovato piuttosto bene.

Il mio percorso di riabilitazione è stato più che soddisfacente, sia a livello soggettivo che oggettivo. I miei muscoli, le mie articolazioni, il mio fisico in generale ha fatto dei passi consistenti –visibili praticamente giorno dopo giorno- acquisendo scioltezza, forza, resistenza.

Sono partito con sessioni di ginnastica respiratoria (ore 09.30, durata 30 minuti) (movimenti lenti con l’obiettivo principale di “sgranchire” e sciogliere le articolazioni, i tendini, collo, schiena, gambe, ecc.). Mi ricordo che i primi giorni avevo ancora il collo e schiena rigidi e i muscoli delle gambe erano assolutamente sottotono.

Dopo qualche giorno sono passato alle sessioni di ginnastica “corpo libero” (ore 11.00, durata 30 minuti) che viene fatta in alternativa a quella respiratoria. In più ho aggiunto le sessioni di cyclette o tappeto (ore 10.00, durata 30 minuti). Con la ginnastica sono riuscito a recuperare quasi al 100% i movimenti di tutto il corpo, senza sentire praticamente dolore alcuno, eccetto allo sterno. Con la bicicletta e il tappeto, sono riuscito a recuperare forza e tono muscolare, resistenza allo sforzo, ma soprattutto, una certa sicurezza nelle mie capacità cardiovascolari. In aggiunta a questi esercizi, mi sono messo a fare delle passeggiate fuori dall’ospedale e in giardino. Per salire in stanza ho preso l’abitudine di fare i 4 piani di scale a piedi.

Venerdì scorso mi hanno aggiunto degli esercizi per le braccia da fare coi pesi da 1 Kg. Niente di particolarmente impegnativo, ma è comunque un inizio per rafforzare le braccia.

I bimbi (i due grandi) sono venuti a trovarmi questi ultimi due sabati, ed insieme a loro ho anche approfittato per dare due pallonate in giardino…


Anche a livello più strettamente clinico (non sono sicuro che sia il termine esatto) i risultati si fanno vedere: la pressione che inizialmente era tendenzialmente alta (130/90, anche 150/100), ora si è stabilizzata su valori normali (120/80, 110/70). La frequenza (il battito cardiaco) è intorno ai 75 bpm a riposo, e si attesta sui 94 - 96 bpm sotto sforzo (bicicletta, tappeto). I valori di ossigenazione sono sempre buoni (97 a 98%).


Un aspetto invece negativo, ma da quanto ho capito, molto comune in noi trapiantati, è stato il “risveglio” del CMV (citomegalovirus o virus della mononucleosi), di cui ho già scritto qui. Questo virus mi ha costretto a fare per 21 giorni un farmaco antivirale (2 volte al giorno, via endovenosa) che si chiama CYMEVENE. La terapia per via endovenosa è finita il giorno 7/10. L'infettivologo del Niguarda ha però deciso di farmi continuare la terapia per via os ancora per tre mesi, in quanto il virus non è stato completamente debellato.


Il giorno 5/10 faccio la biopsia a Niguarda (risultato negativo). Purtroppo, lo stesso giorno, nel pomeriggio, facendo un'ecografia, si evidenzia un nuovo versamento pericardico che richiede il rientro da Tradate a Niguarda, un ricovero e una pericardiocentesi (prelievo del liquido all'interno del pericardio). La procedura è andata bene.


Il giorno 11/10, ho fatto la coronarografia, ovvero l'esame delle coronarie. Risultato buono. Coronarie buone e indenni. Lo stesso giorno, ho fatto ecografia di controllo per vedere questo famoso versamento di liquido che mi hanno prelevato già due volte. Ce n'è rimasto ancora un pochino ma comunque va bene. Non si esclude che il liquido si riformi e che debbe fare più avanti la stessa procedura (pericardiocentesi). Speriamo di no!

Giorno 12 ottobre, DIMESSO. Si torna a CASA!!